“Un viaggio in Italia nelle carrozze in seconda classe, per scoprire le voci e i sapori di un paese minore troppo spesso dimenticato”. Paolo Rumiz, giornalista e scrittore triestino, si è dedicato al tema del viaggio in molti suoi lavori. In questo libro “L’Italia in seconda classe”, racconta un percorso che diventa quasi una sfida. Una voglia di attraversare e al tempo stesso di restare.
Rumiz affronta la rete ferroviaria italiana con un gesto romantico, un viaggio lento, un’attenzione alla bellezza e unicità di qualcosa che sta cadendo in disuso.
“La campanella suona ancora, ma in una cabina di controllo, lontano dai marciapiedi dove i clienti aspettano il treno. Solo chi si ostina a pensarsi viaggiatore ne cerca il suono lontano, e anche se ha la prenotazione in tasca sogna di trovare in vettura un posto giusto per godersi il viaggio. Un posto dove fare incontri o starsene in disparte, un posto da dove guardare un paesaggio che a tratti sembra correre molto piĂą veloce del treno, e in altri no, è immobile, antico. In ogni caso, mi piace immaginare un lettore-viaggiatore accanto al finestrino che da queste pagine alzando lo sguardo trovi qualcosa, un filo, un bandolo, una chiave. Per fare cosa? Per far parte di questo qualcosa”.
Lo scrittore si imbarca in questo viaggio con un compagno di cui non intende pubblicare il nome: un’avventura lunga come la Transiberiana, 7480 chilometri di ferrovia e paesaggio, lasciando spazio agli incontri.
Paolo Rumiz – “L’Italia in seconda classe” Edizione Traveller Feltrinelli, 2009.